Appunti da Trieste
di Luisa M. Mimmi
Il programma della Settimana Sociale ha offerto un ricco programma di eventi aperti alla città ospitante, sia presentando iniziative culturali e opere sociali (le “Buone Pratiche”) con banchetti nelle vie del centro, sia con tavole rotonde all’aperto nelle “Piazze della democrazia”. Questo ha incarnato per me quanto detto da Annalisa Caputo nella sua relazione. Citando Ricoeur (“le istituzioni hanno solo un’identità narrativa”), sottolineava l’importanza della narrazione della propria storia (ogni uomo è affamato di storie), della storia del “noi” (quelli con cui la mia vita è immischiata) e della storia di “tutti” (il tessuto democratico dove ogni popolo è chiamato comporre fili di storie diverse). Del dialogo su: “SCUOLA: educarsi alla partecipazione”, ho apprezzato non solo gli interventi dei relatori (Alberto Pellai, Paola Vacchina, Francesco Magni), ma anche le domande poste da un pubblico attento e competente. Si è discusso di come formare al lavoro in un mondo dove l’effettivo sbocco lavorativo è tutt’altro che prevedibile, o come arginare il dilagare di strumenti digitali nella scuola, rispondendo alle esigenze proprie di ogni fase dello sviluppo cognitivo. Un’altra tavola rotonda su: “ISTITUZIONI LOCALI: la democrazia alla prova delle comunità ” (con Gregorio Arena, Roberto Louvin, Federica Fanesi) ha permesso invece il racconto di tanti esempi concreti di “amministrazione condivisa” dei beni comuni in atto sul territorio.